lunedì 17 marzo 2014

Max Weber

MAX WEBER
( 1861-1920)
filosofo, economista, fondatore della moderna sociologia, docente in varie università tedesche.

Presentiamo alcuni aspetti del pensiero dell'autore attraverso gli esercizi svolti dalle studentesse e dagli studenti della classe 5bsociale. Ringraziandoli per la collaborazione e le riflessioni.

Esercizio n.1 p. 445 de "La comunicazione filosofica" Vol. 3A, Domenico Massaro, 2012 ed. Paravia

Eseguito da : Emily F.
Nel 1917 il filosofo Max Weber pubblicò il saggio intitolato " Il significato dell'avalutatività delle scienze sociologiche ed economiche" nel quale sostiene che le scienze storico-sociali sono condizionate dall'atteggiamento dello scienziato, pertanto egli dovrebbe cercare di essere "avalutativo", in qualche modo neutrale. Lo scienziato, infatti, non deve giudicare i fenomeni sociali sulla base di idee e preconcetti, deve invece "vedere la verità dei fatti", mettendo da parte i propri punti di vista.
I risultati della scienza dovrebbero avere quindi un valore oggettivo garantito dall'avalutatività del ricercatore e dal suo atteggiamento libero da preconcetti.

Esercizio sequenza 3. p.450

Nell'opera " L'etica protestante e lo spirito del capitalismo", pubblicata nel 1904-5, il filosofo Max Weber analizza gli effetti dell'etica calvinista nello sviluppo del capitalismo.
Effettivamente il protestantesimo sosteneva che la ricchezza è un dono di Dio, come un mantello che avvolge gli eletti, i predestinati hanno il compito di preserverare la ricchezza, investendola in attività lavorativa. Il lavoro quindi è considerato attività e dovere nobile dell'uomo, con il rischio tuttavia di diventare schiavo dei beni da lui stesso prodotti, in questo senso Weber scrive che  "il mantello si trasformò  in una gabbia di acciaio".


 Salve, sono Perocco Sara della 5Bso, le invio l'esercizio svolto di
Pag. 450 Sequenza 3
domanda 1

Scomparsa l'originaria ispirazione etico-religiosa si è evoluto il
"sottile mantello" che si è trasformato in "gabbia d'acciaio" ciò
sta a significare che il lavoro e la produttività, originariamente segni della predestinazione
divina, diventano obiettivi fini a sé stessi, quasi dei "doveri" che l'uomo
persegue in modo abitudinario. Il lavoro allora si trasforma in una prigione nella quale l'esistenzaè orientata verso l'accumulo di beni di cui poi non potrà nemmeno godere.
Il "dovere professionale" spinge l'uomo ad agire sempre in vista dell'utile e della produttività.

Etica dell'intenzione ed etica della responsabilità
Weber  nella conferenza "La politica come professione", del 1919, analizza due modalità d'agire, tra loro opposte.
L'agire secondo l'etica della convinzione tipica del cristianesimo, l'etica della responsabilità, che esprime lo spirito capitalistico e la morale protestante.

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