MAX WEBER
( 1861-1920)
filosofo, economista, fondatore della moderna sociologia, docente in varie università tedesche.
Presentiamo alcuni aspetti del pensiero dell'autore attraverso gli esercizi svolti dalle studentesse e dagli studenti della classe 5bsociale. Ringraziandoli per la collaborazione e le riflessioni.
Esercizio n.1 p. 445 de "La comunicazione filosofica" Vol. 3A, Domenico Massaro, 2012 ed. Paravia
Eseguito da : Emily F.
Nel 1917 il filosofo Max Weber pubblicò il saggio intitolato " Il significato dell'avalutatività delle scienze sociologiche ed economiche" nel quale sostiene che le scienze storico-sociali sono condizionate dall'atteggiamento dello scienziato, pertanto egli dovrebbe cercare di essere "avalutativo", in qualche modo neutrale. Lo scienziato, infatti, non deve giudicare i fenomeni sociali sulla base di idee e preconcetti, deve invece "vedere la verità dei fatti", mettendo da parte i propri punti di vista.
I risultati della scienza dovrebbero avere quindi un valore oggettivo garantito dall'avalutatività del ricercatore e dal suo atteggiamento libero da preconcetti.
Esercizio sequenza 3. p.450
Nell'opera " L'etica protestante e lo spirito del capitalismo", pubblicata nel 1904-5, il filosofo Max Weber analizza gli effetti dell'etica calvinista nello sviluppo del capitalismo.
Effettivamente il protestantesimo sosteneva che la ricchezza è un dono di Dio, come un mantello che avvolge gli eletti, i predestinati hanno il compito di preserverare la ricchezza, investendola in attività lavorativa. Il lavoro quindi è considerato attività e dovere nobile dell'uomo, con il rischio tuttavia di diventare schiavo dei beni da lui stesso prodotti, in questo senso Weber scrive che "il mantello si trasformò in una gabbia di acciaio".
Salve, sono Perocco Sara della 5Bso, le invio l'esercizio svolto di
Pag. 450 Sequenza 3
domanda 1
Scomparsa l'originaria ispirazione etico-religiosa si è evoluto il
"sottile mantello" che si è trasformato in "gabbia d'acciaio" ciò
sta a significare che il lavoro e la produttività, originariamente segni della predestinazione
divina, diventano obiettivi fini a sé stessi, quasi dei "doveri" che l'uomo
persegue in modo abitudinario. Il lavoro allora si trasforma in una prigione nella quale l'esistenzaè orientata verso l'accumulo di beni di cui poi non potrà nemmeno godere.
Il "dovere professionale" spinge l'uomo ad agire sempre in vista dell'utile e della produttività.
Etica dell'intenzione ed etica della responsabilità
Weber nella conferenza "La politica come professione", del 1919, analizza due modalità d'agire, tra loro opposte.
L'agire secondo l'etica della convinzione tipica del cristianesimo, l'etica della responsabilità, che esprime lo spirito capitalistico e la morale protestante.
lunedì 17 marzo 2014
lunedì 10 marzo 2014
Perchè un blog?
Alle domanda cos'è un blog ho risposto uno spazio telematico permanente, una possibilità per iniziare a pubblicare, come tempo addietro i giornalini di classe od istituto, argomenti, riflessioni
In questo blog scritti e materiali utili alla pratica della disciplina filosofica.
Alla domanda perchè un blog?
Perchè si apprende di più quando l'attenzione è risvegliata da qualcosa di nuovo o diverso, uno strumento motivazionale? Anche
Uno strumento didattico? Sperimentiamolo!
Sicuramente comodo, un mezzo leggero da consultare, per poter portare sempre con sè i propri appunti, esercizi ect...
Una nuova prospettiva? Proviamola!
Vi invito a leggere questo articolo nel sito dell'INDIRE: Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa supervisionato dal Miur.
http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1162
Proviamo a sperimentare.
Ecco il nostro Schoolblog: strumento didattico innovativo che esercita alla lettura critica, educa al coraggio della pubblicazione delle proprie riflessioni.
Solo aprendosi alla falsificabilità, ossia al confornto critico possiamo sperare di esercitare il pensiero scientifico, richiamando il celebre filosofo epistemologo Karl Popper (1902-1994).
Riportiamo alcune celebri citazioni dalla:
Logica della scoperta scientifica (1934)
Quelli tra noi che non espongono volentieri le loro idee al rischio della confutazione non prendono parte al gioco della scienza.
In questo blog scritti e materiali utili alla pratica della disciplina filosofica.
Alla domanda perchè un blog?
Perchè si apprende di più quando l'attenzione è risvegliata da qualcosa di nuovo o diverso, uno strumento motivazionale? Anche
Uno strumento didattico? Sperimentiamolo!
Sicuramente comodo, un mezzo leggero da consultare, per poter portare sempre con sè i propri appunti, esercizi ect...
Una nuova prospettiva? Proviamola!
Vi invito a leggere questo articolo nel sito dell'INDIRE: Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa supervisionato dal Miur.
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Proviamo a sperimentare.
Ecco il nostro Schoolblog: strumento didattico innovativo che esercita alla lettura critica, educa al coraggio della pubblicazione delle proprie riflessioni.
Solo aprendosi alla falsificabilità, ossia al confornto critico possiamo sperare di esercitare il pensiero scientifico, richiamando il celebre filosofo epistemologo Karl Popper (1902-1994).
Riportiamo alcune celebri citazioni dalla:
Logica della scoperta scientifica (1934)
Quelli tra noi che non espongono volentieri le loro idee al rischio della confutazione non prendono parte al gioco della scienza.
La scienza non è un
insieme di asserzioni certe, o stabilite una volta per tutte, e non è neppure
un sistema che avanzi costantemente verso uno stato definitivo. La nostra
scienza non è conoscenza (epistème): non può mai pretendere di aver
raggiunto la verità, e neppure un sostituto della verità, come la probabilità.
Non il possesso
della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l'uomo di scienza, ma la ricerca
critica, persistente e inquieta, della verità.
Penso ci sia un solo argomento a difesa dell'esistenza
della filosofia.
È questo: lo sappiano o no, tutti gli uomini hanno una filosofia. Certo, può
ben darsi che nessuna delle nostre filosofie valga un gran che, ma la loro
influenza sui nostri pensieri e sulle nostre azioni è grande, e
spesso incalcolabile.
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